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Archivio mensile:luglio 2013

A.S.D. Saronno Baseball Club vs. Bulldogs Athletics Club A.S.D. – Dodicesima di Campionato (R)

AMARETTI A VALANGA TRAVOLGONO I BULLDOGS DI CERNUSCO

Score A.S.D. Saronno B.C. vs. Bulldogs Athletics A.S.D. - 21/07/2013Line-Up A.S.D. Saronno B.C. vs. Bulldogs Athletics A.s.d. - 21/07/2013

A.S.D. SARONNO B.C. – BULLDOGS ATHLETICS A.S.D. – 24 – 0

Lo ammetto. E’ parecchio difficile raccontare una partita che, in effetti, non è mai cominciata. O meglio, che si è chiusa poco dopo l’inizio.

Il divario tra le due formazione è apparso subito troppo grande per poter immaginare che facessero parte dello stesso campionato…

Eppure Cernusco, negli anni passati, ci aveva dato diversi dispiaceri.

Oggi sul monte non c’era la nostra bestia nera, quel Paolo Radaelli che dalla collina, era riuscito molto spesso a tenere a freno le nostre bocche da fuoco…

No, oggi sulla collina è salito il giovanissimo Thomas Petridis (classe 1997) ottimo prospetto…..per un prossimo futuro, ma oggi la sua palla “soft” è stata una vera manna per le mazze saronnesi.

Lo confesso, ad un certo punto ho fatto il tifo per lui…..

La sua palla sarà stata leggera, ma il suo carattere è forte, duro. In una giornata torrida, salire su quella montagnetta per 124 volte, con la consapevolezza  che chi aveva di fronte lo avrebbe potuto spazzar via, o sapendo che  qualsiasi lancio effettuava, si sarebbe potuto trasformare in un missile che gli sibilava vicino, non è certo stato facile, ci vuole coraggio e forza d’animo. Giù il cappello e un applauso.

Ma veniamo alla partita.

Diego Monticelli sale sul monte per cercare di mantenere in attività il suo motore, in vista dello scontro decisivo che, tra quindici giorni, ci vedrà fare visita ai brianzoli di Bovisio, capoclassifica. Cinquantotto lanci in cinque riprese di cui il 60% nella zona dello strike e la sesta vittoria stagionale, il suo bottino odierno.

Intorno a lui Luca Girola, Ansonin Marquez, Alberto Cavaliere e Alessandro Moltrasio, mentre a casa, a formare la ormai storica batteria, l’inossidabile Jacopo Zoni.

Giacomo Vandi, Oscar Ballar e Davide Petrillo si schierano a difesa del campo esterno.

Monticelli e la sua difesa non devono faticare più del previsto per tenere a bada l’inconsistente attacco milanese – due valide in sette innings, quanto loro concesso (gli amaretti si potranno permettere, perfino, i  “soliti” due errori di prammatica, senza subire alcun danno).

Quando l’arbitro chiama il “play ball” per  l’attacco saronnese però, le cose cambiano radicalmente. Girola  batte valido, Gobbo ottiene base per balls, singolo di Marquez doppio di Vandi, doppio di Cavaliere, singolo di Petrillo, base anche ad Alessandro Moltrasio, singolo ancora di Girola, singolo di Gobbo, singolo ancora di Marquez e finalmente la coppia Volkart – Bacio confeziona il terzo out che chiude questo incubo.

Al termine si contano i danni: tredici battitori si sono presentati nel box di battuta, otto hanno battuto valido (due doppi) e sette hanno compiuto il giro completo  delle basi.

Da questo momento la partita non può più, onestamente, dire molto.

A peggiorare la condizione di Petridis c’è l’assoluta fragilità dell’attacco milanese che riesce a toccare il cuscino della prima base solo sei volte nel match e mai a raggiungere quello di seconda, non dandogli la possibilità di riprendere fiato tra una ripresa e l’altra.

Nella seconda e terza ripresa Saronno sembra sazio, anche se entrano ancora tre punti per un parziale 10 a 0 con tre valide e e 5 basi concesse dal giovanissimopitcher milanese.

La potenza di Oscar Ballar

La potenza di Oscar Ballar

Nella quarta ripresa però la tempesta torna a sibilare  sul monte. Battono valido, in rapida successione, Gobbo, Abreu, Ballard (che si vede privato dalla sfortuna – palo del foul all’interno del campo e non all’esterno – di un meritatissimo HR) con un doppio, base a Vandi, scelta difesa a Zoni, doppio di Cavaliere e un errore difensivo dilata il punteggio degli amaretti sul 16 a 0. A questo punto Pedritis non ne ha veramente più e sul monte sale  Christian  Giammello,  partente  nella partita  di andata, che aveva concesso solo 4 valide nelle sei riprese lanciate.

Ma come ci insegna la legge di Murphy:

 “Ogni soluzione genera nuovi problemi”.

 Giammello viene accolto da una raffica di valide terribile:

Singolo di Gobbo (oggi nel ruolo inconsueto, ma perfettamente interpretato, di DH), singolo  di Abreu, Ballard colpito e base a Vandi, singolo di Zoni e base a Alessandro Moltrasio. Girola viene, come prassi domenicale, colpito, poi lunghissimo triplo di Gobbo che sparecchia il diamante, ancora un singolo di Abreu prima che, finalmente,  Cuevas, con la presa al volo in diamante,  riesce a chiudere questa terrificante ripresa. Otto punti che fissano il punteggio finale sul 24 a 0. Giammello chiuderà al meglio il settimo inning mettendo K, quasi consecutivamente Vandi, Cavaliere e Perini (subentrato a Petrillo).

Raduno sul monte

Raduno sul monte

Intanto sul monte saronnese Lusian consegna  la palla a Daniele Moltrasio per gestire il finale della partita. Da buon “closer”, Daniele affronta il minimo sindacale: sei uomini in due riprese con tre strikeout, un out effettuato direttamente e due “lasciati” alla difesa. Da segnalare il debutto stagionale di Davide Ferrario, al rientro da un infortunio, che ha sostituito il “padrone” della prima Luca Girola.

Qualche cifra per le statistiche:

20 valide segnate contro 2 subite.

Prestazioni da incorniciare Marco Gobbo 4 su 4 con un triplo, Elien Abreu (subentrato all’infortunato Marquez) con 3 su tre,Alberto Cavaliere con due doppi e un singolo, Ansonin Marquez con un 2 su 2, Jacopo Zoni con 2 su 3, Giacomo Vandi con un 2 su 3 (un doppio), Luca Girola con un 2 su 5.

Sul monte i due pitchers saronnesi hanno migliorato ancora la loro media ERA giunta adesso a 1,35 per Daniele Moltrasio e a 1,22 per Diego Monticelli.

Vittoria senza enfasi, ovviamente, ma un buon allenamento per l’impegno più importante della stagione, lo scontro diretto per il primato.

Domenica prossima Saronno osserverà un turno di riposo, a causa del ritiro del Montevecchia dal Campionato e occasione per un proficuo allenamento.

L’appuntamento per la sfida di Bovisio è per il 4 Agosto sul “Natalino Indrigo” di Via Europa a Bovisio, con inizio alle ore 15,30.

“Non arrenderti mai perché  proprio quando pensi che tutto sia finito è il momento in cui tutto ha inizio.”

Gandalf il Grigio

 
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Pubblicato da su 21 luglio 2013 in Serie C

 

L’equipaggio della Guardia Costiera riflette sul tempo trascorso con Yasiel Puig durante il tentativo di fuga verso gli S.U.

Articolo di Jeff  Passant (giornalista, scrittore) apparso su Yahoo Sports del 02/ 07/ 2013

Tradotto da Gandalf

Era giunto il momento per la barca da caccia. Mesi di pattugliamento a vuoto, in mare aperto, i marinai a bordo del “Vigilant”, una motovedetta della Guardia Costiera degli Stati Uniti, assetati di azione, adesso erano qui, nel bel mezzo del mese di Aprile 2012.

Da qualche parte, nel Windword  Passage, tra Cuba e Haiti, un marinaio di vedetta sul ponte superiore avvistò un motoscafo in lontananza. “Ho un contatto”, disse, e per Chris Hoschak, l’ufficiale di coperta, questo significava una cosa sola: tenere pronta una squadra

Chiamò Colin Burr che aveva appena ottenuto la qualifica per guidare la Guarda Costiera sulle imbarcazioni Horizont IV per la caccia nello spazio in mare aperto. Prima dell’imbarco Burr e altri quattro, saliti con lui, indossarono giubbotti antiproiettili, pistola con cinturone e un piccolo deposito di armi nel caso fossero trafficanti di droga…

L’inseguimento non durò a lungo, forse 5 o 10 minuti. Venne però fuori che la barca non era poi così veloce. Eppure, quando si fermò, Burr salì a bordo con cautela. La loro ipotesi era sbagliata. Non c’erano droghe. Solo persone, una decina, che stavano fuggendo da Cuba.

Il timoniere era americano, così come il suo compagno. Un uomo più anziano era a bordo.

Era il capo del gruppo di passeggeri, molti dei quali sembravano avere circa 20 anni; un altro uomo aveva richiamato particolarmente la loro attenzione. Era molto più grande rispetto al resto del gruppo, vestito con una camicia sdrucita, pantaloncini e infradito.

Burr ha guidò il gruppo sul ponte del “Vigilant”, tre o quattro alla volta. Salirono una scaletta di 20 piedi per arrivare dove Hoschak e gli altri marinai aspettavano per iniziare il trattamento previsto. La procedura standard per tutti i migranti, come li chiamavano quelli della Guardia Costiera, era quella di spostarsi sulla poppa della nave, dove venivano perquisiti,  venivano applicati i braccialetti di riconoscimento, messe delle tute bianche, una doccia e un po’ di cibo. Alcuni migranti reagivano vigorosamente, sapendo che la Guardia Costiera li avrebbe riportati, quasi sempre, verso il luogo da cui erano disperatamente fuggiti, mentre altri restavano in assoluto silenzio.

Questo gruppo era cordiale e cooperativo. Quando un agente di collegamento si avvicinò al grande uomo, la prima cosa che gli  chiese fu: qual è  il tuo nome. “Yasiel” rispose l’uomo.

YPUna delle cose più sorprendenti della rapida ascesa di Yesiel Puig, nel corso dell’ultimo mese con i Los Angeles Dodgers è che le masse dei suoi tifosi adoranti, non sa quasi niente di lui. Comprano la casacca con il suo n° 66, accompagnano con un muggito la battuta del suo mostruoso HR verso l’esterno, questo è abbastanza perché il suo gioco venga considerato meraviglioso.

Se sembra che Puig si sia materializzato dal nulla, ed è diventato una delle più grandi stelle del baseball durante la notte, è perché lui lo ha veramente fatto. I primi 21 anni della sua vita rimangono quasi un segreto completo. Una parte del fascino di Puig deriva da quel mistero. I  semidei del baseball non appaiono proprio dal nulla. Anche i cubani che arrivano fuggendo, hanno comunque una storia alle spalle.. Puig è un’anomalia: una fiorente  leggenda senza passato.

Fatta eccezione, ora sappiamo,  per i marinai sulla “Vigilant”.

Ogni anno migliaia di profughi fuggono da Cuba per iniziare una nuova vita negli Stati Uniti. Sono medici e avvocati, operai e studenti, persone che anelano alla libertà e sono disposti a rischiare la vita per essa. Dal gennaio 2000, almeno 200 cubani sono morti cercando  di fuggire, secondo Gabe Somma, pubblico ufficiale per gli affari della Guardia Costiera. Nello stesso tempo le loro vedette hanno bloccato altri 20.000 profughi che tentavano di raggiungere  gli Stati Uniti.

Il “Vigilant” ha intercettato centinaia di imbarcazioni e migliaia di persone. .Dai sequestri di droga al far rispettare le leggi sulla pesca, i 77 uomini e donne a bordo della nave, lunga 210 metri, sono i pastori del Sud-Est, pattugliando le acque contro le attività illecite. L’applicazione della legge sui migranti rappresenta una delle parti più contrastanti del loro lavoro. I “Coasties” riconoscono che stanno negando la libertà a persone che non sono più in grado di sopportare di vivere su un’isola bloccata dal 1960, dopo l’embargo  imposto dagli Stati Uniti. Si tratta di un lavoro che, credono, qualcuno debba fare, anche quando questo significa riportare a Cuba un giocatore di baseball il cui potenziale sembra illimitato, soprattutto dopo il primo mese dal debutto, in cui ha battuto .436 con sette HR e 16 RBI. L’ultimo giocatore con ben 44 valide nel suo primo mese di campionato maggiore è stato Joe Di Maggio nel 1936.

Mentre la Guardia Costiera si è rifiutata di rilasciare informazioni specifiche circa il fermo della barca di Puig, conversazioni con sei uomini a bordo della “Vigilant” rilasciate a Yahoo! Sports hanno dato uno sguardo più in profondità in quella scheggia di vita di due settimane nella vita di Puig.

Anche se questo non è stato il suo ultimo tentativo, offre tuttavia una maggiore conoscenza del tortuoso viaggio che lo porterà al Dodger Stadium.

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 “Si distingueva dal gruppo”, ha detto Hoschak. “La condizione in cui viveva su quella barca erano terribili. Teneva le proprie cose in un sacco della spazzatura. Non aveva cibo a sufficienza. Si può dire”.

Come Hoschak scese dalla barca dei migranti insieme ai due americani, al più vicino rifugio sicuro ad Haiti, la voce, che Puig era un giocatore di baseball cominciò a diffondersi sul “Vigilant”.

 Due mesi prima, Yoenis Cespedes aveva firmato, per 36 milioni di dollari, un contratto con gli Oakland A., dopo la fuga da Cuba. Gli appassionati di baseball, sulla motovedetta avevano sentito della recente fuga dell’esterno Jorge Soler, che gli aveva assicurato un contratto di 30 milioni di dollari con i Cubs. Puig era solo un nome.

Lui guardò il posto, ma così come fanno un sacco di altre persone che non possono colpire una palla veloce, una volta che raggiunge 90 mph.

 “Abbiamo tutti sentito dire che era un giocatore di baseball”, disse Burr, “ma nessuno di noi sapeva ancora chi fosse e dove avesse giocato”. Finalmente la curiosità ebbe la meglio su Carlos Torres. Era l’interprete sulla “Vigilant” e faceva da collegamento tra il gruppo di Puig e il team della sicurezza che aveva  sorvegliato i migranti 24 ore al giorno, e voleva capire meglio l’uomo con cui aveva chiacchierato per alcuni giorni quando il “Vigilant” aveva tenuto il gruppo in attesa delle istruzioni delle autorità cubane,  di dove e quando rimpatriarli.

Quindi, il 18 Aprile 2012 Torres cercò “Yasiel Puig” in un motore di ricerca su di un computer del “Vigilant” e consultò attentamente i risultati. Cliccò su di un messaggio dell’11 Febbraio a Camden Chat, un sito di fan degli Orioles, che stava discutendo se era giusto ingaggiare Cespedes. A Circa tre quarti della pagina verso il basso, nei commenti, un uomo  con il soprannome “gio2chat” prendeva in giro Cespedes. Preferiva un ragazzo di nome Yasiel Puig che aveva dominato durante la stagione 2010-2011 nel campionato di Serie Nacional, il campionato più importante di Cuba. Poiché aveva cercato di fuggire, ha scritto gio2chat, Puig non stava giocando nella sua squadra a Cienfuegos, al largo della costa meridionale di Cuba.

Torres allora cercò Puig e Cienfuegos e alla fine saltò fuori una fotografia di lui in uniforme verde. Il viso e il corpo corrispondaveano.Puig non era solo un ragazzino con manie di grandezza per il grande baseball. Molto prima di far innamorare Los Angeles, stava mietendo appassionati nelle acque libere.

Torres stampò l’immagine e la portò sul ponte dove si trovavano i migranti. Mostrò la foto a Puig e agli uomini  più anziani.

“I loro volti si illuminarono” ha detto Torres.

Quei piccoli momenti sostenevano Puig. La vita come migrante su un cutter non è affasciananter. Siccome la Guardia Costiera non sa mai quante barche può intercettare in ogni missione, non ci sono camere per i migranti. Puig e il suo gruppo hanno trascorso 24 ore al giorno fuori, su un ponte con un telo per proteggerli dal sole e una coperta di lana per tenerli al caldo. Hanno avuto accesso ai bagni, acqua a sufficienza per impedire loro di disidratarsi e tre pasti al giorno, quasi sempre riso e fagioli. Oltre all’uomo anziano, Puig ha viaggiava con una donna a cui sembrava molto legato e una manciata di altri amici. Uno era malato e non aveva molto appetito. Puig ebbe cibo extra. Il livello del comfort, grazie a Torres, per il gruppo crebbe e Puig cominciò a raccontargli la sua vita a Cuba. Durante la Coppa del Mondo del 2011 a Rotterdam, disse  Puig, lui e un altro giocatore tentarono di disertare. Il pitcher mancino Gerardo Concepciòn riuscì a fuggire e ha firmato un contratto di 6 milioni di dollari con i Chicago Cubs. Puig fu catturato e Cuba vietà di giocare, una storia che combaciava con il post su Camden Chat.

Puig domandò come si viveva negli Stati Uniti, se Torres aveva una grande casa in Florida, dove il “Vigilant” era di stanza e come era la vita in un paese in cui il governo non riusciva a controllare i suoi cittadini. Era così nuovo per lui, un vecchio ventunenne che non conosceva niente altro.

Nei giorni buoni Puig avrebbe giocato a carte con i suoi amici parlando di baseball. Il suo vecchio amico aveva detto che era meglio di Cespedes, che un giorno sarebbe andato a giocare in campionati più importanti, e forse Torres poteva diventare il suo agente e guadagnarsi la sua piccola fetta del bottino che lo attendeva.

“Boricua””, disse Puig, sapendo che Torres era portoricano, “qualcuno sta scommettendo su di me, e io diventerò ricco un giorno. E quel giorno arriverà molto presto”.

Puig era così sicuro di sé, anche se questa non era la prima volta che era stato ripreso. Cuba non lo aveva ancora spezzato, il suo talento e l’ingenuità di un’altra birra abbastanza forte poteva alimentare un altro tentativo, e un altro, e un altro. Se questo significava vivere sotto il telone sulla slop e dormire su di un ponte di ciottoli e svegliarsi alle 7,00, con il resto dei marinai “Coasties”, era semplicemente una previsione di un suo eventuale successo.

Eppure sapeva che stava tornando a Cuba, e che le autorità americane avrebbero dovuto, ogni volta, fermarlo ed rimandarlo .verso il suo paese.  Anche se le leggi sull’immigrazione di Cuba, stavano mutando e il paese stava permettendo a sempre più persone di lasciare il paese, la fuga recidiva è sempre stata malvista dalle autorità.Potevano inventarsi alcune accuse su di lui e mandarlo via. Aveva sentito di altri giocatori che erano finiti in galera per anni e hanno distrutto  definitivamente le loro carriere.

Una notte,  la gravità della situazione di Puig, lo fece andare in depressione. Torres pensava a causa del suo imminente ritorno a Cuba, così andò nel suo armadietto e recuperate un paio di palle da tennis le portò a Puig, insieme con un pennarello, e gli chiese  di firmare.

Carlos Torres è stato il primo americano ad ottenere l’autografo da Yasiel Puig, scritto in perfetto corsivo con il suo numero di Cienfuegos: “Y.Puig 14”.

Quasi due settimane dopo che la barca di Puig era stata intercettata, il “Vigilant” era parcheggiata appena fuori dalle acque cubane.

Cuba stava mandando un’imbarcazione per riportare a casa i migranti… I “Coasties” li hanno ringraziati per la loro conversazione, la loro compagnia, il loro atteggiamento, il loro apprezzamento per aver capito che non era una questione personale, ma una politica attuata più di mezzo secolo prima, quando il mondo era un posto diverso. Puig e i suoi amici riunirono i loro averi e si diressero verso la scaletta.

Per alcuni migranti quella era l’ultima occhiata che mai daranno su qualcosa di americano.

 Hoschak ha detto: “Ricordo che mentre uscivano, ho detto (a Puig), andiamo a provare di nuovo”? – “Lui si limitò a sorridere”.

Meno di due mesi dopo, Yasiel Puig atterrò da qualche parte in Messico. Nessuno potrà dire mai dove. Oppure come ci fosse arrivato. O chi lo avesse portato. O se accompagnato dai suoi amici del “Vigilant”.

Una storia, forse apocrifa, forse no, è questa: trafficanti di droga messicani hanno traghettato Puig a Cancun  con la consapevolezza che avrebbero ricevuto, in cambio,  una fetta del suo contratto. Puig non ha mai confermato questo.

Egli non ha mai detto nulla circa la sua fuga, niente sui suoi precedenti tentativi o della sua vita a Cuba.

Quando gli è stato chiesto del tempo trascorso a bordo della “Vigilant” Puig  ha rifiutare di  commentare, attraverso un portavoce dei Dodgers, se non per dire: “La storia è del tutto vera”.

Durante una recente conversazione con il suo agente, Jaime Torres – nessuna relazione con Carlos – Puig ha ricordato il “Vigilant” con affetto. E’ stato uno dei suoi tanti tentativi di fuga – sei, o otto, o chi diavolo lo sa. Puig ne ha perso il conto.

“Mi ha raccontato una storia divertente su questo”, ha detto Jamie Torres. “Lui aveva tentato di fuggire da un luogo particolare. Al terzo tentativo , l’ufficiale di polizia lo pregò di fuggire da un altro luogo perché (Puig) così lo stava mettendo nei guai.

Negli  ultimi 20 anni Torres è stato un’ancora di salvezza per gli espatriati cubani. Si è innamorato del baseball cubano alle  “Pan Am Games” di Indianapolis, e più imparava, più si sentiva in dovere di aiutare. Mentre i giocatori della Serie Nacional guadagnavano un bel soggiorno a Cuba, ottenevano  però,  pochi centesimi rispetto a quello che avrebbero potuto ottenere in campionati più importanti. Anche se Cuba ha permesso alla stella, l’esterno Alfredo Despaigne, di poter giocare nel campionato messicano questa estate. Torres ha però detto che il governo tratterrà forse l’80% del denaro che lui guadagnerà lì.Quando Torres ha incontrato Puig in Messico lo scorso giugno, ha detto: “Puig era molto spaventato, mi ricordo che mi chiese:”Per favore aiutatemi, aiutami ad arrivare ai grandi campionati”. Torres aveva ottenuto il primo importante affare economico con un giocatore cubano nel 2002 con un contratto di quattro anni per 36 milioni di dollari per Jose Contreras, ed era deciso a battere quella cifra per Puig. Non aveva molto tempo. A partire dal 2 luglio le nuove regole imposte dalla Major League Baseball avrebbero limitato la quantità di denaro a disposizione per i giocatori internazionali di 23 anni a meno di 5 milioni di dollari. Torres ha annunciato che il 19 giugno Puig era fuggito con successo e subito dopo si è assicurato la residenza permanente con la quale Puig ha ottenuto una licenza per giocare nei campionati più importanti, cosa che normalmente richiede mesi.

Gli scouts accorsero in Messico. Puig deluse la maggior parte di essi. Non era in gran forma. Lui non giocava da un anno. Questo non era Cespedes, che, come rookie,  stava schiacciando i più importanti lanciatori del campionato. Molti hanno visto Puig come un altro, di una lunga serie, di giocatori cubani il cui clamore superava il loro talento.

Il 28 giugno Puig ha firmato un contratto  di  42 milioni di dollari per la durata  di sette anni con i Dodgers. E tutto il mondo del baseball aveva pensò che a Los Angeles avevano perso la testa.

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Chris Hoschak stava per lasciare la “Vigilant” per un posto di insegnante a terra, lo scorso giugno, quando ha appreso la notizia attraverso lo schermo televisivo: Puig ce l’aveva fatta . Lui era riuscito e ora era ricco, e tutto ciò che aveva raccontato ai Coasties si era avverato.

“Dal punto di vista delle forze dell’ordine, si sta parlando di qualcuno che è un illegale, ed è difficile simpatizzare”, ha detto Hoschak. – “ma quando si sente parlare qualcuno che ha la volontà per arrivare dove vuole andare e riesce a farlo accadere, è una grande storia. Io non vedo questo negativamente. Lui è un intrattenitore, e sta facendo quello per cui è stato mandato su questo pianeta a fare”.

Hoschak vede i punteggi nei box score e sente Vin Scully (il più famoso radio/telecronista sportiva degli Stati Uniti), che ha trasmesso le prime partite per i Dodgers quando Jackie Robinson, Roy Campanella e Duke Snider giocavano, praticamente divinizzare Puig. E si gonfia d’orgoglio  Hoschak perché questo lavoro, che ha fatto da quando aveva 19 anni, quello che lascia la schiena bloccata tutto il tempo, gli ha permesso di conoscere il più grande enigma del baseball.

Altri sul “Vigilant” non esitano a dire che conoscono bene  Puig. Durante la cerimonia del cambio di comando il 14 giugno, quando ha ceduto la sua fascia di capitano del “Vigilant”, il Comandante  James C. Estramonte ha scherzato su come uno dei migranti stia ora facendo più soldi che qualsiasi “Coastie” potesse immaginare. Carlos Torres racconta ancora agli uomini e donne nuovi sul cutter: “Yasiel fa parte della storia del “Vigilant”, e siamo tutti felici per questo.

Puig SalutaQuando la febbre per Puig sembra crescere, egli trova il modo di alzare il picco un po’ più in alto. Ha registrato la sua prima partita con quattro valide domenica. Sulla sua pagina Instagram, Puig sta chiedendo al pubblico di votare per lui per l’All-Star Game, anche se il suo nome  non compare nell’elenco per le votazioni. Non avrebbe nemmeno dovuto essere qui. .I Dodgers avrebbero voluto lasciarlo maturare un po’ più a lungo in Doppio-A prima della sua convocazione. La sua corsa sulle basi era troppo scadente, avrebbe messo in campo la sua immaturità, la sua lenta assimilazione della vita tanto sognata in America, come lo è per quasi tutti i cubani.

Infortuni e capacità di cogliere le possibilità capitate a tiro, lo portarono a Los Angeles e il discorso sull’All-Star Game non è così inverosimile. Puig è coinvolgente. Lava via tutti i difetti nel suo gioco con un cocktail di attitudine e di brio che stuzzica la sensibilità dei drogati di baseball e i neofiti. Anche se giugno è un’aberrazione , parla al potere di un giocatore, la potenza di un sogno realizzato.

Hoschak, Burr e alcuni altri Coasties stanno pensando di fare un viaggio a Chicago o St.Louis ad inizio Agosto. Durante l’altalena dei Dodgers, attraverso il Midwest quella settimana, Hoschak è di stanza a Charleston, Carolina del Sud, Burr ad Annapolis, nel Maryland, e in fondo si tratterebbe di un volo e un paio di biglietti per rivederlo. Vorrebbero congratularsi con lui. Arriveranno al campo da baseball durante il batting practice,  sgaiattoleranno  fino alla ringhiera, chinandosi  su di essa con la speranza che lui riesca a vedere le loro facce e nel caso in cui non sapranno esattamente cosa fare…

“Yasiel” diranno “Yasiel”.

 
 

Baseball Malnate Vikings A.S.D vs. A.S.D. Saronno B.C. – Undicesima di Campionato (R)

SARONNO E BOVISIO CONTINUANO LA LUNGA VOLATA…

Score Malnate Vikings vs. Saronno B.C. – Undicesima di campionatoLine-Up Malnate Vikings vs. Saronno B.C. – Undicesima di campionato

“Visto che stai gia’ pensando, pensa in grande; niente e nessuno possono impedirti di farlo!” 

( D. Trump)

BASEBALL MALNATE VIKINGS A.S.D  –  A.S.D. SARONNO B.C.   –  3 –  22

Continua il duello a distanza tra Bovisio e Saronno. E la loro corsa si trasforma sempre di più in una lunga volata verso lo scontro fatidico; quello  che il calendario ha voluto mettere proprio nell’ultima giornata. Speriamo che a vincere, alla fine, non debba essere la squadra che riesce ad avere nove giocatori a disposizione il 4 Agosto!!! (salvo, ovviamente non ci siano ancora da disputare recuperi).

Mentre Bovisio disponeva a suo piacimento di Seveso, infliggendogli un perentorio 20 a 1, Saronno faceva altrettanto con Malnate; 22 a 3 il risultato finale.

Sul Gurian Field di Malnate Lusian,  dovendo fare a meno di Michele Radice, Alberto Cavaliere e, poco prima dell’inizio, a Ansonin Marquez (risentimento muscolare), rivoluziona in parte il diamante. Con l’innesto di Alessandro Moltrasio, nell’inedito ruolo di terza base, e di Elien Abreu che debutta nel ruolo di shorstop. Sul monte Alessio Razza insegue la sua seconda vittoria stagionale. Debutta anche, come  DH, Matteo Pizzi.

Malnate risponde mandando sul monte Marco Maggio, vecchia conoscenza degli amaretti, cercando di arginare la prevista spinta dell’attacco saronnese.

La partita dura in effetti  due innings, nei quali Malnate riesce a mantenersi in scia, e a creare qualche problema agli amaretti.

Girola, Gobbo (sfruttando un errore della difesa), Abreu e Vandi producono subito un piccolo “tesoretto”; 3  punti che danno l’impressione che la concentrazione è al punto giusto. Ma Malnate risponde subito con un doppio di La Mera che viene spinto a casa da Quercia (su errore della difesa saronnese).

Nella seconda ripresa, dopo che gli amaretti avevano incrementato il vantaggio, con i doppi di Girola e Gobbo, Malnate spinge cercando il pareggio. Il secondo errore di Gobbo porta in base Maggio.  Simone Di Gioia (colpito) e la volata di sacrificio di Ceriani spingono a casa Maggio per  il secondo punto per i padroni di casa. Alessandro Moltrasio riesce a fermare molto bene un “siluro” di Steve Di Gioia, ma sbaglia

Plastica presa di Luca Girola

Plastica presa di Luca Girola

l’assistenza in prima e consente a Simone Di Gioia di accorciare ancora di più le distanze. Valida di Pelacchi e su battuta di La Mera, Alessandro Moltrasio si fa perdonare l’errore precedente eliminando Steve Di Gioia sul cuscino di terza e chiudendo la ripresa.

Da questo momento la partita diventerà un monologo degli amaretti. Razza e la difesa in generale, superato il momento difficile, dove il pitcher  aveva dato l’impressione di essere “visto” troppo facilmente,  non concederà più niente ai malnatesi.

Alessio Razza chiuderà la sua prova al termine della quinta ripresa con un bottino di 7 strikeout, 0 BB e 3 valide concesse. Molto buona la sua prova e seconda vittoria stagionale incamerata. Daniele Moltrasio lo ha rilevato nella sesta ripresa chiudendo l’incontro con 3 strikeout e una base concessa.

Dalla terza ripresa le mazze saronnesi cominciano a tuonare, cinque punti alla terza, uno alla quarta, tre alla quinta uno alla sesta e otto alla settima, prima della sospensione per manifesta.

Non servirà il tourbillon sul monte malnatese a frenare l’onda offensiva degli amaretti. Pelacchi al terzo, Simone Di Gioia e Domenico Quercia, al settimo, si alterneranno sulla collina,  cercando di limitare i danni.

Elien Abreu in azione                          Ballar

Elien Abreu in azione Ballar

Per gli amaretti una vittoria, senza ovviamente trionfalismi, ma importante per il morale, in vista di impegni sicuramente più impegnativi.

Nella lunga sequenza di valide, al termine saranno 17, in particolare evidenza Luca Girola con un doppio e un singolo, Marco Gobbo, che si è egregiamente riscattato dal paio di errori difensivi, con due lunghi doppi, un singolo e 5 RBI, Elien Abreu con tre singoli e 4 RBI, Giacomo Vandi con un 3 su 4 e 4 RBI, Oscar Ballar con un doppio e un singolo, Jacopo Zoni, tornato finalmente a dare ossigeno alle sue percentuali offensive, con un 2 su 4 e 2 RBI. Un po’ in ombra Diego Montecelli che oggi ha preso un po’ di fiato dopo la maratona di domenica scorsa.

Un doppio gioco Zoni-Abreu ha di fatto chiuso l’incontro.

“Siamo pieni di contraddizioni, ma meritiamo una seconda possibilità!”

Gandalf il Grigio

 
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Pubblicato da su 15 luglio 2013 in Serie C

 

A.S.D. Baseball Seveso Red Hawks vs. A.S.D. Saronno Baseball Club – Decima di Campionato (R)

Gli amaretti, con qualche affanno, battono Seveso e tengono il passo della capolista…

Score Seveso Red Hawks vs. Saronno B.C. - Decima di campionato Line-up Seveso Red Hawks vs. Saronno B.C. - Decima di campionato

 A.S.D. BASEBALL SEVESO – A.S.D. SARONNO B.C. : 3 – 6

“Credi alla forza dei tuoi sogni e loro diventeranno realtà”

Sergio Bambarén, L’onda perfetta, 1999

Mentre i Buffaloes “strapazzano” i Bulldogs di Cernusco (22 a 2), gli amaretti, pur con qualche affanno, mantengono il passo della capolista.

Partita bella, tirata quella andata in scena  domenica sul diamante “G. Pistocchini” di via delle Querce a Seveso. Come spesso è accaduto nelle ultime stagioni il campo di Seveso, per gli amaretti assomiglia più ad un “trappolone”, dove distrarsi può costare caro, specie nei convulsi finali.

Fortunatamente, a dettare legge sul monte saronnese, un monumentale Diego “El Duque” Monticelli che sfodera l’ennesimo “complete game” della sua carriera, e per lui anche la quinta vittoria stagionale.  A completare il quadro della sua prestazione basta dare uno sguardo ai numeri: 14 delle 27 eliminazioni portano la sua firma, tre sole basi e tre valide concesse, con una media ERA di 0,00 per un totale di 130 lanci.

Seveso risponde con Robson Agnolin (classe 1996) giovane prospetto molto promettente che di lanci se ne dovrà sobbarcare ben 132 nei sette innings lanciati. Non una potenza proibitiva scaturisce dal suo braccio, ma una palla che, nonostante le otto valide realizzate su di lui dalle mazze saronnesi, non permetteva agli amaretti di prendere il largo in modo decisivo. La sua dote maggiore era la regolarità, senza mai accelerazioni o forzature di sorta.

Saronno che, nel secondo attacco, si porta in vantaggio grazie ad un incredibile svarione del ricevitore sevesino.

Elien Abreu gira a vuoto la palla del terzo strike e William Collado, dopo aver perso la palla, tenta l’assistenza in prima per l’eliminazione, ma il tiro è decisamente alto e l’errore consente al battitore saronnese di raggiungere la base senza problemi. Abreu ruba in rapida successione seconda e terza. Ci penserà poi Giacomo Vandi a spedirlo a punto con una  volata di sacrificio.

Cominciano le  occasione gettate al vento dai saronnesi. Monticelli centra un lungo doppio sulla sinistra, subito seguito da Gobbo con un singolo al centro. Davide Petrillo non sfrutta la ghiotta occasione e il suo strikeout permette ai brianzoli di uscire dalla situazione che si stava facendo pericolosa. Nella ripresa successiva Luca Girola va in base colpito e Alberto Cavaliere, raggiunge la prima grazie a un singolo. Entrambi andranno a punto, il primo su volata di sacrificio di Radice, e il secondo su doppio di Abreu lungo il foul di sinistra. Il successivo singolo di Giacomo Vandi consente agli amaretti di riproporre, nuovamente, la situazione ottimale con uomini in posizione punto, ma ancora una volta, prima Monticelli poi Zoni non  riescono ad approfittarne permettendo ai brianzoli di chiudere senza altri danni la ripresa.

Nel successivo attacco dei padroni di casa, dopo due strikeout consecutivi, un errore di Cavaliere permette a Insolia di giungere salvo in prima; la palla persa di Zoni e un lancio pazzo successivo di Monticelli, consentono all’esterno sinistro brianzolo di giungere fino in terza base. Mattia Boccato, dopo aver ricevuto la base per balls, tenta la rubata in seconda. Zoni nella speranza di “inchiodarlo” sul sacchetto,  per la terza eliminazione “spara” una fucilata imprecisa verso la base, dando la possibilità ad Insolia di siglare il primo punto per i padroni di casa.

Quinta ripresa, nuova possibilità di portare il colpo del ko definitivo per gli amaretti… e nuova occasione gettata al vento.

Alberto Cavaliere in azione

Alberto Cavaliere in azione

Abreu segna il quarto punto grazie ad un singolo lungo il foul di sinistra; ruba la seconda e su lancio pazzo di Agnolin si porta fino alla terza. Ci penserà Monticelli, con la seconda valida di giornata, a spedirlo a punto. Jacopo Zoni batte valido spingendo Monticelli fino alla terza. Ennesima possibilità di allargare il margine tra le due formazioni, ma questa volta un pop di Marco Gobbo, sulla testa del lanciatore, consente ai sevesini di rimanere ancora in partita.                                 

Nel settimo inning Abreu per i saronnesi e Victorio Carlos per i brianzoli siglano i due punti che mantengono la partita ancora in bilico. Entrambi i punti sono comunque scaturiti da errori difensivi.

A questo punto finisce la lunga maratona di Agnolin che viene rilevato sulla collina da Victorio Carlos vecchia  conoscenza delle mazze saronnesi.

Il suo arrivo viene salutato dalle valide di Gobbo (che andrà a punto) , Girola e Radice. Ma i saronnesi, questa volta si superano in “generosità”… lasciando il loro turno in attacco con le basi cariche. Giacomo Vandi riuscirà soltanto a battere una debole groundball verso Victorio Carlos che assiste in prima per la facile terza eliminazione.

Nona ed ultima ripresa. Dopo che gli amaretti hanno dimenticato, lungo le basi, altri due possibili punti, i padroni di casa si giocano le ultime possibilità.

Dopo due eliminazioni consecutive, piccolo calo di Monticelli sul monte. Singolo di Lizardo, doppio di Collado e uomini in seconda e terza. A questo punto la battuta di Giacomini, che sembra una facile preda per il guanto di Marco Gobbo, diventa invece una velenosissima battuta che beffa il difensore saronnese, e punto per Seveso che tornano a crederci.

Improvvisamente aleggiano nell’aria fantasmi di un recente passato; 23 Luglio 2011… ricordate quel famoso 12 a 7, con otto punti segnati nel settimo dai brianzoli che capovolgevano il risultato di una partita fino a quel punto saldamente nelle mani degli amaretti…

BATTERIA-1

“El Duque” Monticelli e “Jaco” Zoni

BATTERIA-2

studiano, dalla panca, il gran finale…

Diego Monticelli però, ha deciso che la partita è arrivata al suo epilogo. Con un perentorio strikeout mette fine ad ogni ulteriore illusione sevesina.

Come mai un attacco capace di realizzare dodici valide durante l’incontro, poi  fa tanta fatica per chiudere una partita che avrebbe dovuto dominare. Presto detto: per ben otto volte gli amaretti si sono trovati nella condizione di spedire corridori a chiudere il giro delle basi e, per otto volte le hanno sprecate miseramente. Questo è un problemino che sembra “incastonato”, come un “diamante”….nel DNA di questa squadra…….

Diego Monticelli è stato sicuramente l’MVP dell’incontro, oltre al superlavoro sul monte, in grande spolvero  anche nel box di battuta con tre valide (di cui un doppio).

Ottima prova di Elien Abreu con un doppio,  un singolo e tre punti all’attivo e di Marco Gobbo autore di due singoli. Una valida  anche per Jacopo Zoni, che sta lentamente ritrovando la strada maestra nel box, Luca Girola, anche lui in convalescenza, non solo in senso metaforico (2 volte colpito durante l’incontro) Alberto Cavaliere,  Michele Radice e Giacomo Vandi.

Purtroppo la difesa scricchiola ancora parecchio e i cinque errori di oggi hanno tenuto in partita molto più a lungo del dovuto i brianzoli.

Domenica turno all’apparenza abbastanza accessibile contro i Vichinghi di Malnate, ma la vittoria per manifesta sul Montevecchia e alcune buone  prove, contro Lodi  e Milano, terminate  con punteggi più che onorevoli, consigliano di non prendere sotto gamba una squadra giovanissima, ma molto motivata.

Appuntamento, quindi, domenica 14 luglio, a Malnate presso il “Gurian Field”  con inizio alle ore 15,30.

Occhi puntati inoltre, sul diamante “Natalino Indrigo” di Bovisio dove, alla stessa ora, andrà in scena la sfida parallela. Saranno i brianzoli di Seveso a far visita ai primi della classe, e chissà che da quelle lande, non giungano buone nuove…

“Per credere nel proprio cammino, un guerriero non ha bisogno di dimostrare che quello dell’altro è sbagliato”.

Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce, 1997

Gandalf il Grigio

 
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Pubblicato da su 7 luglio 2013 in Serie C