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Archivio mensile:settembre 2011

Un piccolo quesito…

Ci sono due corridori, uno in prima e l’altro in seconda, quando un battitore batte un singolo verso sinistra.

Dopo che il primo corridore ha superato la terza viene colto in trappola, ma il ricevitore fa un tiro errato.

Il corridore si dirige quindi verso casa base, ma scivola e cade.

L’altro corridore che giungeva dietro a lui, lo aiuta a rimettersi in piedi e tutti e due arrivano al piatto.

Sì. Un corridore che aiuta un collega sulle corsie tra le basi, sempre che il corridore che viene dopo non superi quello che gli sta davanti, non è soggetto a penalità. 

C’è penalità invece se un suggeritore aiuta fisicamente un corridore (7.09i). 
 

The Ballad of Wily Mo Pena

Articolo di Jeff Passant – Yahoo sport  (01/07/2011)

Tradotto da Gandalf

Wily Modesto Pena, meglio conosciuto come Wily Mo, batte palle da baseball da una vita, questo  è il genere di cose che un uomo di 29 anni di nome Wily Mo farebbe. Le colpisce duramente, probabilmente più di qualunque altro in vita. Quando una fastball viene colpita da Wily Mo, la pallina non sorvola la recinzione di fuoricampo volando… usa il teletrasporto…

Finiscono in strani luoghi, spesso lontani dove altre palline da baseball non si sognerebbero mai di andare. In posti remoti, in edifici adibiti ad uffici, sopra i binari delle ferrovie – Wily Mo ha battuto fuoricampo dappertutto. Alcune palle sono scomparse nella notte, come stelle cadenti.

E’ una sequoia d’uomo. Alto 1,92 mt, pesa 122 Kg, gli ultimi 9 dei quali messi su quando  ha cominciato a

 ruotare intorno alle  Minor League; mi chiedevo perché il battitore più potente di questo sport non poteva trovare ingaggio in un campionato importante. Wily Mo è sempre stato pesante, sproporzionatamente alto;enormi spalle, enorme petto ed enormi braccia, Anni fa, storie leggendarie circolavano nella Repubblica Domenicana sul ragazzo che poteva battere una pallina fino ad una distanza di 500 piedi (150 mt).

Mito e commercio di iperbole come valuta nel baseball, ogni scout è legato ad una storia di un talento trascendentale, solo per essere stato un pomeriggio a guardare un’apparizione; Wily Mo non ha mai deluso. Anche se fossero rimasti a guardare un giorno intero, avrebbe potuto colpire una palla che ancora potrebbe essere in aria.

“Sono stato fortunato nella mia carriera, ho potuto vedere molti dei migliori giocatori”, dice Gordon Blakeley, lo scout che lo aveva messo sotto contratto una decina di anni fa. “Ho visto Ken Griffey Jr. al liceo. Ho visto Alex Rodriguez al liceo. Ho visto Manny Ramirez. Nessuno di quei ragazzi aveva la potenza di Wily Mo. Nessuno di loro”.

Wily Mo non ha mai battuto bene le breaking balls, non era agile in difesa nel campo esterno, e la sua corsa sulle basi era lenta; così per gli ultimi 2 anni e mezzo non è stato chiamato nelle leghe maggiori. Ha trascorso i primi due mesi di quest’anno a Reno, in Triplo-A e ha ottenuto i migliori numeri delle Minor. A metà Giugno agli Arizona Diamondback serviva un Battitore Designato per poter disputare l’Interleague e ha convocato Wily Mo. Dal suo ingresso in squadra ha ottenuto 5 HR.

Ormai ogni lanciatore nel baseball deve capire che quando si tratta di Wily Mo Pena, c’è una sola regola: non lanciargli mai una fastball. Mai. Fastball sono “capnit” (giochi per gatti) per Wily Mo. Le fastball eccitano le fibre a contrazione rapida dentro di lui, le sue sinapsi sprigionano fuoco e innescano il “rammarico” immediato per il lanciatore.

Il rapporto di scouting non è cambiato per un decennio.

Forse perché è più vecchio, o forse perché ispira ancora nei lanciatori il desiderio di sfidarlo; qualunque sia la ragione, durante la prima partita di Wily Mo a Kansas City il partente Luke Hochevar gli lancia, nel secondo turno, come secondo lancio, una fastball a 94-mph che taglia in mezzo il piatto di casa.

E Wily Mo ha colpito come Wily Mo sa fare, vero come l’inferno.

La palla si allontanò dal battitore a 110,8 mph , solo 25 metri da terra, un line drive che non si curava di fermarsi.

Ha attraversato la corrente d’aria del Kauffman Stadium ed è atterrata con un tuffo in una fontana 137 metri dopo.

“Non pensavo che sarebbe uscita”, disse Wily Mo. “Ho appena colpito un line drive. E’ un line drive”. Pensa solo per un secondo.

“Non avrei mai immaginato di fare quello che ho fatto”.

*******

Wily Mo-mento n° 1: Il più lungo Home Run che Wily Mo abbia mai battuto  ha viaggiato per 151 mt. Brandon Duckworth gli lanciò un cutter alto di 84-mph. E’ difficile vedere dove la pallina si è fermata. La prova video è sgranata. L’ipotesi migliore è di 20 file sotto il ponte superiore al Great American Ball Park. Sullo sfondo dello stadio dei Cincinnati Reds vi è il Taylor-Southgate Bridge, che collega l’Ohio al Kentucky. Se qualcuno può colpire una palla in un altro stato, questo è Wily Mo. 

All’età di 16 anni, Wily Mo ha accettato un contratto con i New York Mets. Lo scout aveva mandato l’accordo alla Major League. E’ stato ufficiale fino a quando la Lega non ha appreso che era falso. Il team aveva bisogno dell’approvazione del padre di Wily Mo, e sul il contratto era visibile uno scarabocchio con la scritta “Felix Mo Pena”, non era la sua firma. Felix Mo era analfabeta. Per la sua firma ha disegnato un crocefisso.

I Mets volevano Wily Mo così tanto che erano disposti a commettere falso per averlo. I giocatori di potenza pura nascono una volta ogni 5 anni o giù di lì. Oggi sono Mike Stanton e il minor leaguer Bryce Harper. La potenza ispira un culto, muta il suono nelle menti spappolate degli scout producendo pura esaltazione.

La MLB ha dichiarato Wily Mo un Free Agent, e durante la guerra delle offerte che ne è derivata scout e dirigenti, come lui, sono stati inseguiti dai paparazzi.

Volò per tutto il paese a tenere esibizioni. Al complesso di Tampa, contro gli Yankees, venne allungata la recinzione degli esterni di 15/30 metri. Per l’ultima tappa, è andato in Arizona e ha lavorato ad Hohokam Park, nello spring-training  dei Chicago Cabs. Il Batter’s Eye al centro del campo si trova a 125 metri di distanza e a 12 metri d’altezza, un obiettivo solo per i più coraggiosi e i più forti.

“Wily stava battendo nel batting practice”, dice Nomura, il suo agente all’epoca. “Ci saranno stati più o meno 25 scout. Wily ha colpito circa otto palle  fuori sopra il Mostro verde nel centro del campo. Stavo guardando i volti degli scout. Avevano tutti la bocca aperta e scuotevano la testa. Sbavando”.

Wily Mo è arrivato al momento giusto. Per decenni, la MLB ha pagato pochi centesimi i talenti Domenicani. I migliori giocatori hanno firmato contratti per $ 10.000. Quando gli Yankees hanno dato un bonus di 25.000 $ a Jimenez D’Angelo nel 1994, si è rotta la scala salariale.

A causa dei loro successi nella fine degli anni ’90,  nelle scelte ai draft degli Yankees, verso la fine  del primo turno, raramente venivano offerte stelle di livello. Il proprietario George Steinbrenner ha detto allora a Blakeley, l’International scouting director, di spendere quello che serviva in America Latina. Dopo aver visto Wily Mo in Florida e Arizona, Blakeley ha valutato le richieste di Nomura per un contratto importante in Major League. – la possibilità per Pena, a 17 anni, di far parte del roster di 40 giocatori della squadra. – e lo scritturò per 3,7 milioni di dollari, incluso un bonus di 2,44 milioni.

Quattro anni dopo Wily Mo abbandona la scuola, diventando multimilionario. Suo padre era un contadino che non ha mai tenuto un lavoro fisso. Allevava mucche  per aiutare a pagare l’affitto, Wily Mo aveva munto alle 4 del mattino prima di andare a giocare  una partita tra amici a Laguna Salada, la sua piccola città natale, dove avrebbe giocato per il resto della giornata.

Gli Yankees lo tenevano d’occhio sperando divenisse una star. I giocatori provenienti dai paesi Latino-Americani andavano a lezione di inglese una volta al giorno. Wily Mo andava tre volte al giorno. Era bello, intelligente, affascinante, il tipo il cui volto sarebbe in sintonia con Derek Jeter su un cartellone.

“Erano gli Yankees. Volevano che tutto fosse perfetto”. Dice Wily Mo. “Hanno pensato che sarei stato con loro per un po’”.

Wily è rimasto appena due anni con New York. Ha subito troppi strike out. Il contratto stipulato prevedeva l’arrivo nella Major League nel 2003 e gli Yankees erano preoccupati che non fosse pronto per disputare un campionato a quel livello. Lo mandarono a Cincinnati in cambio di Drew Henson, un altro grande talento, ma con scarsi risultati. Wily Mo ha prosperato nella sua prima stagione con il Reds system. Ha colpito 26 HR, alcuni dei quali sono arrivati fino ad East Monument Avenue rimbalzando in edifici vicini.

Ha giocato bene, per un ventenne, in Doppio-A l’anno successivo. Dal 2003, era a Cincinnati, ma non aveva ancora imparato a colpire le breaking ball. Ha preso ancora stade tortuose per far volare palline. Ha colpito ancora home run più lontani di chiunque altro, anche durante il suo batting—practice con i compagni Adam Dunn e Griffey.

La cosa più vicina che assomigliasse ad un anno completo Wily Mo la ottenne l’anno successivo.  Ebbe 336 presenze alla battuta e ottenne 26 home run. Nessuno giovane battè tanti home run con così poche opportunità. I suoi 108 strike out erano il prezzo salato per “fare affari”. Stava per essere una stella. Non è successo con i Reds.  Erano stanchi dei troppi svantaggi. Boston scommete su di lui nel 2005, scambiando un solido lanciatore partente, Bronson Arroyo, per arrivare a lui. Entrò come eroe popolare ed è uscii, due anni dopo, come una delusione.

Jim Bowden, il GM di Cincinnati, che aveva acquistato Wily Mo dagli Yankees, si è occupato di nuovo di lui e lo ha sistemato a Washington. Ha trascorso lì un po’ più di un anno. Quando si è procurato  un infortunio alla spalla. Washington lo ha lasciato libero dopo meno di un mese.

“Un sacco di colpa è mia – è stato un mio errore” dice Blakeley.

Ora a 24 anni Blakeley decide di dare a Wily Mo un importante contratto nelle Major League. Operazioni di questo tipo sono rare per i giocatori di college d’elite, per non parlare di adolescenti dell’America Latina e Wily Mo ha rubato del tempo prezioso alle leghe minori per imparare a battere sliders, e imparare ad aspettare e ad avere pazienza.

“Ho pensato che era l’unico modo per fargli firmare”,  dice Blakeley. “Pensavo che le altre squadre stavano per offrirgli questo. Probabilmente non era il caso. Probabilmente non era il caso di farlo. Aveva bisogno di più tempo nelle minor… A dire il vero questo ha finito per danneggiarlo più di qualsiasi cosa.”

*******

Wily Mo-mento n° 2: Everett Teaford sente il nome e si ferma.

“State parlando di Wily Mo?”, dice: “Mi ha colpito una palla a Reno, che sicuramente è andata a 600 piedi (183 mt)”.

“Seicento?”

“Giuro su Dio”, dice Teaford, oggi rilievo di Kansas City Royal. “E’ andata almeno a 550 piedi (165 mt). Si può chiedere ad alcuni dei ragazzi. Dico sul serio. Sono andato a parlare con lui. Avreste dovuto vederlo.

Il video, come l’altro, non fornisce alcuna indicazione chiara su dove la pallina si è fermata.

Il cameramen si perde quasi subito. Sicuramente non aveva mai visto una pallina colpita così in alto e lontano. Nemmeno il difensore Paulo Orlando che non si è nemmeno mosso. Anche quando Wily Mo stava attraversando la seconda base, Orlando allungava  il collo per scorgere dov’era finita la palla.

“Era come se avesse colpito una pallina da golf”, dice Teaford. “Tu sai cosa succede quando si colpisce un buon drive. E’ andata”. “… Su un changeup”

La recinzione di centro-sinistra del campo è a 113 mt da casa base. E’ alta 7 mt. Gli annunci pubblicitari sporgono di altri 6 metri in aria. La palla ha cancellato tutto. Alcuni HR colpiti nel Ballpark dei Reno Aces, sono rotolati nella trincea del bullpenn. Wily Mo è stato il primo a sorvolare la trincea e ad atterrare ben oltre.

“Non è stato così lungo” dice. “Cerco di indovinare, forse 510 piedi (155 mt).

Ancora si riuniscono a guardare il suo Batting Pratice. Fino a quando Wily Mo è stato nelle leghe maggiori, i compagni di squadra smettevano di scaldarsi e gli avversari si intrufolavano dalla loro zona per rubare uno sguardo e vedere come lontano si può colpire una polpetta  di 70-mph. Il suo pre-partita, …“le missioni della NASA”… sono leggendarie.  Wily Mo è “IL” giocatore di baseball dei giocatori di baseball. Perché chissené frega se non sa giocare in difesa, se prende un sacco di strike out, se può battere HR come quelli.

“Ogni sessione di BP ti fa dire WOW”, spiega Bowden. “Ma le 17:00 sono diverse dalle 19:30.” (orari di inizio partite Minor e Major League)

Ed è quello che Wily Mo ha cercato di dire a se stesso in questa offseason; a meno che non volesse trascorrere un terzo anno consecutivo nelle minor, per riuscire a tradurre la potenza pura in potenza di gioco. Colpire HR e niente altro sarebbe il timbro sul passaporto di Wily Mo in Triplo-A.”Mi hanno detto di fare contatto.” Dice “Ho capito che se faccio contatto la palla va…”

Più che altro Wily Mo vuole trovare conforto nella sua carriera. Lui ha altri luoghi dove trovare la serenità.

Sua moglie, Patricia ha avuto il loro primo figlio all’inizio di Settembre 2010, dopo aver perso un bambino al settimo mese, in una gravidanza nel 2009. Wily Mo è profondamente religioso. Tiene le funzioni nella sua casa di Laguna Salada. A volte sono presenti fino a 75 tra amici e parenti. Ha comprato per i suoi genitori una casa e a differenza di molti, è riuscito a mettere da parte i suoi soldi.

Tutto quello che gli manca è successo nelle Major League.

Wily Mo avrebbe potuto andare in Giappone quest’anno o lo scorso anno o l’anno prima, battere 40 HR e fare milioni di dollari e sperimentare l’adulazione e l’ammirazione. Non ci ha mai pensato due volte. Non sarebbe stato altrettanto soddisfacente al di fuori dei grandi campionati delle Major.

Ha trascorso il 2009 con la squadra di Triplo-A affiliata ai Mets, nella speranza di ritornare presto nelle Major. Quando non è successo è andato nella Lega indipendente Atlantico all’inizio del 2010 perché nessuna squadra affiliata lo ha cercato.

San Diego lo preleva dai Bridgeport Bluefish a metà stagione, bloccandolo in Triplo-A fino alla fine della stagione.

Arizona gli ha offerto una opportunità e lui ha giocato il 20,3 % del tempo rispetto al tempo di Reno, circa il 13% inferiore rispetto alla sua media in carriera. Il suo potente HR non è andato da nessuna parte, solo 21 su 63 partite. E mentre nessuno gli faceva promesse, i Diamondback lasciavano aperta l’idea per Wily Mo di giocare in un ruolo reale.

“Dipende da quanto è motivato a continuare a migliorare.” Dice Kirk Gibson Arizona GM, ”Realisticamente, si dovrebbe continuare a imparare qualcosa ogni giorno giocando in un grande campionato. Deve imparare a fare aggiustamenti ed è ciò che i tecnici stanno cercando di fare con lui. A Reno sono stati abbastanza bravi a fare questo.”

L’esperienza con Diamondbacks non è stata cattiva.

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Wily Mo-mento n° 3: Il suo HR più recente è volato a 118 mt.; Non molto rispetto a qualsiasi standard. La distanza media dei fuoricampo nelle leghe maggiori in questa stagione è di 120 mt, e dato che il sito Hit Tracker ha iniziato a tenere d’occhio Wily Mo nel 2006 i suoi HR avevano raggiunto i 128 mt.

Questo significa che l’HR contro Hochevar era più uniforme rispetto ai 138 metri che ha registrato il nastro di misura a Detroit.

Quel giorno indossava la divisa casalinga, chiamato come pinch hitter  nel nono inning con corridore in terza e due out. Il rilievo di Cleveland Tony Sipp lancia uno slider basso interno. La sua Kryptonite, Wily Mo l’ha spedita oltre la recinzione alla sinistra-centro del campo tornando a casa base al piccolo trotto. Diamondbacks 6, Indians 4. A casa base lo attendeva un’ammucchiata di compagni  che lui non ricordava da più di sei anni.

Il suo unico altro walk-off home run risale all’8 Giugno 2005, al Great America Ballpark. 

Ecco cosa sono i Wily Mo-menti: sono proprio questo. Momenti. Fugaci. Usa e getta. Singolari, che si sfumano l’uno con l’altro. Non tessono nessun arazzo. Non fanno carriera.

Qualcosa sempre li interrompe, che si tratti di un infortunio, una crisi o una possibilità che Wily Mo rifiuta di accettare: perché lui non è abbastanza bravo.

“Voglio solo una squadra che mi dia la possibilità di 500 turni alla battuta”, dice “Questa è l’unica cosa che chiedo. Appena un anno. Poi si vedranno i numeri. Se non faccio nulla, non posso che andare via e dire: ”Grazie. Ora so che non merito questo.” Ma io credo in me stesso, e se avrò 500 turni in battuta, avrò potuto fare i numeri”.

 Lui vede Jose Bautista e Jayson Werth, Nelson Cruz e Michael Morse, battitori di  potenza che sono fioriti a 20 anni quando hanno giocato a tempo pieno in battuta.  Lui è convinto che la sua media battuta di 363 a Reno era più di un semplice  colpo di fortuna. E’ certo che il sui numeri di Major League di quest’anno senza  molti HR ( 3 su 23), senza Basi per Balls e 12 Strike out – miglioreranno e non  saranno più mediocri…

 “A volte, ci vuole poco per fare uscire “l’uomo”, dice il terza base di Kansas City,  Wilson Betemit, che ha debuttato a 19 anni e solo ora, a 29, ha stabilizzato la  sua carriera. “Ma a volte non ti aspettano”. Wily Mo spera di potercela fare. Le  squadre proprio non possono aspettare. Questo è probabilmente il suo ultimo  tentativo. Poiché ha dimostrato di essere abile venendo dalla panchina, Wily Mo  dovrebbe rimanere con i Diamondbacks nella interleague per giocare questo fine settimana. Forse riuscirà a colpire uno o due HR e Gibson chiederà di guardare oltre i suoi difetti difensivi e lo farà provare una partita o due in campo esterno o una prova in prima base, dandogli così la possibilità di dimostrare qualcosa di cui lui è certo.

“Sono proprio come una bottiglia di vino” dice Wily Mo. “Più invecchio, più miglioro”.

Sorride, il sorriso che lo avrebbe fatto così bello a New York, si alza e prende la cornice che contiene l’uniforme che ha usato a Cincinnati, poi raggiunge una mazza da cui sporadici fulmini, comunque, hanno impressionato a Washington, si dirige fuori per fare alcuni swings per un team dell’Arizona ancora ubriacati da ciò che Wily Mo Pena potrebbe essere.

Da qualche parte dentro di lui la stella è ancora lì. E lui sta cercando di fare ciò che doveva…

Il 27 Luglio 2011 Wily Mo Pena ha firmato, come Free Agent, con i Seattle Mariner.

Ultime notizie dallo spazio:

tratto da un articolo di Jeff Sullivan

 

22 Agosto 2011 : Wily Mo Pena ha forato la copertura in cemento del Tropicana Field.

Davanti a lui James Shields nella parte superiore dell’ottavo. Pena sul punteggio di 1 a 2 guarda arrivare una curva bassa interna che…. sparisce davanti alla sua mazza….. Pena non sempre riesce a colpire le breaking balls, ma quando lo fa, questo è il genere di cose che può accadere.

La palla ha colpito la parte superiore della scalinata, poi continuando il volo finiva giù nella birreria all’aperto, dove ha dovuto raffreddarsi per 35 minuti prima che fosse sicuro per gli esseri umani prenderla. E’ stato, ovviamente, un HR impressionante, andato a destra fuori dal campo. Non è stato maestoso, ma solo perché “maestoso” di solito si applica a un HR che sorvola il campo da gioco. Questo è stato più violento. E’ stato “Forza” pura. E’ stato letteralmente come se la palla fosse stata sparata da un cannone. Se ci fosse stata una persona sulle scale dove la palla è arrivata, oggi avrebbe avuto un buco nel suo corpo delle dimensioni di una zuppiera.

Okay, allora, era un HR impressionante. Ma perché questo post? Perché era un eccezionale fuoricampo impressionante.

Questo era il luogo da dove la palla è decollataHit Tracker online fornisce i dati degli HR dal 2006 in avanti. Quello di Pena è stato il più lungo fuoricampo nella storia recente dei Mariners come quello di Raul Ibanez cinque anni fa, 142 mt, ma quello di Pena è un po’ più veloce dopo il contatto (117,5 mph). In base alle prove, il fuoricampo di Wily Mo è stato il più potente battuto da un Mariners durante l’era Hit Tracker.

Quindi non vuol dire molto. Wily Mo non ottiene un trofeo per i suoi sforzi, a meno che non prenda la foto e lo monti su un blocco di legno. Carlo Peguero è forte. Russel Branyan è forte. Wladimir Balentien è forte. Ma Wily Mo Pena è Wily Mo Pena.

 
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Pubblicato da su 22 settembre 2011 in "Piccole Storie" di Baseball

 

A.S.D. Bovisio Masciago Baseball vs. A.S.D. Saronno Baseball Club – Trofeo Ulan Usvardi

Score by innings                                              R       H       E               

Bovisio Buffaloes           1 1 4 1 5                       12      11     1

Saronno BC                   0 5 0 1 2                        8      10      4

LOB  Saronno BC 10 – Bovisio M.: 9; –   2B: Bovisio: Lietti P., Florencio B.,Rejnoso J.. – Saronno BC: Girola L.

 

Bovisio M.                 ip         h          r        ER        bb       so      Bk

 Abbas   Abdal             5,0      10         8          7          6        1        1

Ponti F.                      0,0                                          2

Saronno BC              ip         h          r        ER         bb     so      hbp         SF       SH

Della Penna R.           4,2      11        9          3          4        5                         1      2

Razza A.                   0,1                  3          2          1                   1                     1

 

Win: Abbas Abdal (Bovisio) –  Lost: Della Penna (Saronno BC)

 

Bovisio Buffaloes vs. Saronno B.C. =  12 – 8

Prima giornata del Trofeo Ulan Usvardi a Bovisio. E ancora una volta gli amaretti escono sconfitti in partita ufficiale contro Bovisio.

Partita giocata in un caldissimo pomeriggio autunnale sul diamante  di Via Europa. Nei saronnesi alcune varianti, assenza importante quella di Michele Radice che da solo rappresenta una buona percentuale in battuta per i saronnesi, mentre a rinforzare il monte saronnese ancora una volta Roberto Della Penna finito il suo campionato di IBL2, e come esterno Stefano Lusian.

Sul monte di Bovisio come sempre Abbas Abdal, giovanissimo pitcher che ha sempre ottenuto buone prestazioni contro gli amaretti. A dare man forte ai Brianzoli in terza base si presenta Paolo Lietti, anche lui con passato nelle file saronnesi.

L’inizio è promettente, dopo un iniziale vantaggio di  Bovisio ottenuto con due valide e due sacrifici, Gli amaretti, nella seconda ripresa, decidono di spingere sull’acceleratore, consci del fatto che le partite si giocano sulle 7 riprese o al limite delle due ore.

4 valide, condite con un paio di basi concesse e un colpito aprono un break importante 5 a 2. Ma è solo un’illusione… Nel terzo Della Penna, molto deludente la sua prestazione oggi,  viene ripetutamente toccato dai brianzoli; quando riesce lo strike out ci penserà un lancio pazzo o palla persa dal ricevitore (a seconda dei punti di vista…) a mandare comunque il battitore in base. Il gioco che una volta caratterizzava gli amaretti adesso è applicato perfettamente dai brianzoli: small  game con bunt, rubate, ma soprattutto velocità che metteva enorme pressione sulla difesa. A questo punto i saronnesi cedevano nettamente. L’attacco lasciava pezzi sparsi sulle basi e le sporadiche valide restavano senza molto seguito. La difesa, al di là degli errori registrati sullo score, denotava incertezze pericolose. Nonostante tutto questo gli amaretti restavano agganciati ad un solo punto al termine del 4 inning (7 a 6). Probabilmente, nel tentativo di preservare Diego Monticelli per la eventuale finale del giorno dopo, i Tecnici decidono di mandare sul monte Alessio Razza. Purtroppo il ragazzo non risponde come si sperava e  una base ball, un colpito e un errore difensivo, il tutto servito con un’ennesimo bunt di sacrificio portano in cascina i tre punti che di fatto chiudono la partita. Ritorna sul monte Della Penna che viene subito centrato da un singolo e un doppio che regalano a Bovisio altri due punti.

Nell’ultimo attacco Gli amaretti raschiano nel barile le ultime energie cercando di recuperare il divario che a questo punto è diventato di sei punti.

Sul monte brianzolo, dopo una fugace apparizione di Federico Ponti (2 basi subito concesse), torna Abdal Abbas che cerca di gestire il gruzzolo accantonato.

I saronnesi tentano di crederci e infilano quattro valide portando a casa due punti. Ma ancora una volta riusciamo a gettare al vento la possibilità di rimonta. Con le basi piene Stefano Lusian batte una facile rimbalzante verso Florencio che assiste tranquillamente il seconda Rejnoso che chiude un perfetto doppio gioco assistendo in prima.

Nonostante la sconfitta l’attacco ha comunque prodotto 10 valide. In evidenza Luca Girola con un doppio; Diego Monticelli e Marco Gargamelli con due singoli e Daniele Moltrasio, entrato come pinch hitter con un singolo.

Da segnalare due doppi giochi difensivi per i brianzoli.

La Domenica si sarebbe dovuto disputare la partita valida per il 3° e 4° posto, ma il cattivo tempo ha fatto slittare il tutto a Sabato 24, sul diamante di Via Ungaretti a Saronno. Gli amaretti si troveranno di fronte il Genova che ha disputato il campionato nel girone Liguria/Piemonte. Inizio dell’incontro ore 14.

Gandalf il Grigio

 
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Pubblicato da su 21 settembre 2011 in Serie C

 

A.S.D. Saronno Baseball Club vs. A.S.D. Bovisio Masciago Baseball – Amichevole

Score by innings                                               R       H       E               

Bovisio Buffaloes          0 0 0 2 1 1 2 0 0                6       4       7

Saronno B.C.               2 3 0 0 1 6 3 4 R              19     17       2

LOB  Saronno BC 13 – Bovisio M.: 8; –   HR: Marquez A. (Saronno (1) 3B  Saronno B.C.:   Abreu E.,  Gargamelli M.,

2B: Bovisio: Frigerio A. – Saronno BC: Girola L., Radice M., Zoni J., Gargamelli M.

Saronno B.C.              ip         h          r        ER         bb     so          hbp

Monticelli D.                 4,0       1         2         1            3        4             1

Moltrasio D.                 2,0       1         2          1          3        1

Razza A.                     2,0       1         2          2          3        1              1

Della Penna R.            1,0       1         0                                1

Bovisio M.                 ip         h          r        ER        bb       so                    Hr

Abbas   Kamal            5,0       8          6          3          2        4                       1

Abbas  .Abdal             1,0       6          9          6          3        2

Reynoso J.                 2,0       3          4                      2        3

 

Win: Moltrasio D. (Saronno BC)  –  Lost: Abbas Abdal (Bovisio)

 

Saronno B.C. vs. Bovisio Buffaloes = 19 – 6

Derby tra deluse quello andato in scena domenica sul diamante di via Ungaretti. Un’amichevole che doveva servire a leccare le ferite per le delusioni patite. Da una parte  Saronno, che nelle ultime giornate di campionato aveva riposto nel cassetto, ben piegate, le speranze dei play off, buttando letteralmente al vento ogni possibilità, specie con la incredibile sconfitta patita con il Seveso; dall’altra Bovisio, una squadra che nello spareggio finale, dopo aver  dominato l’incontro, in modo veramente incredibile, crollava (forse più a livello mentale che fisico) concedendo ben 17 punti nella 6° ripresa e consegnando il biglietto per i play off ai CABS.

Sul campo Saronno sembrava più pimpante e voglioso di fare una bella prestazione. Bovisio dava invece segno di non aver smaltito ancora i fumi della tremenda esperienza appena vissuta.

Sulle collinette di terra rossa, da una parte il mito Diego Monticelli ancora una volta a prendere per mano la squadra, mentre dall’altra, come partente Kamal Abbas sostituiva il fratello Abdal rispetto alla partita di spareggio.

Gli amaretti ingranano la marcia giusta sin dalla partenza: due punti al primo e tre al secondo (grazie anche ad un HR di Ansonin Marquez) aprono subito la strada ad un attacco che finalmente si ritrova dopo le ultime deludenti prestazioni – 17 valide il bottino finale. Bovisio dimostra scarsa vena in battuta e i due punti del quarto inning scaturiscono sull’unica sbavatura di Monticelli (due BB quasi consecutive).

Finito il suo lavoro Diego cede il monte al giovanissimo Daniele Moltrasio che mantiene sotto controllo l’attacco di Bovisio – 4 valide prodotte nell’intero incontro.

Ancora una volta sesta ripresa fatale per Bovisio che paga dazio nel momento più importante del match…

Con tre valide e qualche pesante errore difensivo, Saronno riesce a raggranellare 6 punti che scavano un solco difficilmente recuperabile. I successivi cambi sul monte da parte della squadra di Boniardi fanno solo incrementare il punteggio fino al definitivo 19 a 6 per gli amaretti.

Da segnalare due “temporanei” e graditissimi ritorni nelle file saronnesi: Matteo Gargamelli  e Roberto Della Penna  che quest’anno hanno disputato il campionato di IBL 2 nel Senago/Milano United. Per Della Penna scampolo di partita sul monte a rinverdire il ricordo del  “Lord of the Hill”.

Scampolo di partita anche per un “monumento” del baseball saronnese: Gianni Campi che riprovava l’ebrezza di presentarsi nel box di battuta.

In attacco in particolare evidenza Jacopo Zoni con 5 su 6 (1 doppio); Ansonin Marquez con un HR (2° in carriera) e un singolo; Marco Gargamelli 1 doppio e 1 triplo;  Elien Abreu con 1 triplo; Luca Girola 1 doppio e 1 singolo; Michele Radice con 1 singolo e 1 doppio.

Sabato e domenica prossima sul diamante “Natalino Indrigo” di Bovisio Masciago. Si svolgerà il Torneo “Ulan Usvardi” al quale parteciperanno le squadre di Bovisio, Saronno BC, Genova e P.ta Mortara.

Sabato pomeriggio ore 14 si comincia con Bovisio Saronno, e lo spirito sarà senza dubbio diverso.

Buona partita ragazzi!

Gandalf il Grigio

 
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Pubblicato da su 15 settembre 2011 in Serie C