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Archivio mensile:agosto 2012

L’ultimo All-Star Game di Chipper Jones è stato perfetto, dal suo umile discorso alla sua modesta valida.

Articolo di Jeff Passan (11/7/2012)

MLB columnist for Yahoo! Sports

KANSAS CITY, Missouri –  L’ultima “Superstation” superstar, si incammina verso il box di battuta, e “Crazy Train” ( il pezzo di Ozzy Osbourne suonato quando Chipper Jones va in battuta) parte attraverso gli altoparlanti del Kauffman Stadium. Ognuno ha voluto assicurarsi che la notte di Chipper Jones sia impeccabile nei minimi dettagli, compresa la walk-up music che usa con gli Atlanta Braves. La perfezione non era troppo per chiudere il suo ultimo All-Star game.

Chipper Jones ha 40 anni. Questo rimane difficile da credere per i suoi coetanei, la maggioranza dei quali sono cresciuti guardandolo su TBS (trasmissione via cavo di Turner Sports) prima che la televisione e il computer coprissero ogni partita di baseball in corso. La Superstation baseball è stata una grande invenzione, un po’ in ritardo sui tempi e con grande dispiacere, perché  si è scoperto che giocatori di baseball come Jones erano delle icone generazionali. Il suo gioco era così puro, il suo era un nome perfetto – Chipper Jones – il suo meraviglioso swing mancino e il, quasi speculare, da destrorso, o il suo saltellare tra la  terza base e il campo esterno, una World Series vinta e troppe in cui ha perso. Una carriera ormai al crepuscolo mentre dagli occhi improvvisamente spuntano lacrime a quel pensiero.

Chipper Jones ha ricevuto un lungo applauso nel sesto inning.(Getty)

Chipper Jones ha ricevuto un lungo applauso nel sesto inning. La gente sugli spalti è rimasta  tutta in piedi ad applaudire forte, cercando di ricordare a tutti che loro erano un buon pubblico e Kansas City applaudiva un giocatore con cui non aveva alcun legame, uno che ha giocato in tutte le altre 29 città importanti delle Major, ma mai qui – una standing ovation. Ora nella sua quarta decade si fa beffe del mito tutto imperniato sul pianto nel baseball, però ha  la vista un po’ annebbiata, il che è un problema perché una fastball a 95- mph stava per lasciare la mano sinistra di Chris Sale.

Jones, nel suo ottavo All-Star game ha avuto pochissimo tempo per effettuare lo swing. Ha schizzato una palla sul lato destro. La palla è rotolata attraverso il campo. Era l’unica occasione. Non ci sarebbe stata  una seconda possibilità  per rovinare la perfezione.

“A 40 anni, ho colpito una valida all’ All-Star game”, ha detto Jones. “Questo è esattamente il mio modo di scrivere la storia.”

Jones si mette a ridere. Corre come un bufalo d’acqua in questi giorni. Il suo corpo è praticamente a pezzi. Però, quello swing assomiglia al crystal meth (mistura di metanfetamine) prodotta da Walter White in “Breaking Bad”, puro, dolce e blu, come l’effetto che provoca ai lanciatori.

Concesso. Sale non aveva decisamente di che lamentarsi essendo l’ultimo colpo di Chipper nel suo tour d’addio.

Si ritirava  da  questa offseason, per  una vita con i suoi quattro  figli e quant’ altro, 150 milioni di dollari saranno in grado di fornirgli e, a meno che i Braves non si assicureranno un posto nei play-off, questo sarà l’evento di più alto profilo nel finale di stagione di Jones.

“A te non piace rinunciare alle valide”? ha detto Sale. “Questa  è stata tremenda. Hai ottenuto lo scopo di essere ricordato in un modo o nell’altro”.

“E’ stato fantastico” disse Adam Dunn, compagno di squadra di Sale nei White Sox.

“Grazie per il sostegno” rispose Sale.

Dunn stava  in piedi in cima all’ingresso del dougout dell’American League, accanto a Derek Jeter durante il turno di battuta di Jones, al sesto inning. I tre erano compagni di squadra durante il World Baseball Classic 2009 e rappresentano un triunvirato di veterani molto rispettati e ben voluti, in particolare Jones e Jeter, che in quasi due decenni hanno generato, ognuno, un diverso tipo di stima.

Erano due duellanti “Yodas”, Jones, il cacciatore popolano  e Jeter  il borghese compassato.

Così tutti, dal giovane  diciannovenne Bryce Harper – che non aveva nemmeno un anno quando Jones ha debuttato – a quelli della squadra dell’American League, volevano che la battuta di Chipper uscisse sul campo destro. La sua battuta verso quel lato di campo non era stata colpita in modo particolarmente duro. “Nella stagione regolare”, ha detto il seconda base Ian Kinsler “vado a prendere quella palla e la lancio  in prima”.

Il problema era che Kinsler non aveva fatto gli allunghi correttamente e non aveva fatto degli scatti da due giorni. “I muscoli posteriori della mia coscia sono sempre esplosivi”, ha detto al termine della partita, “ questa volta erano molto lenti. Mi sentivo come avessi nelle scarpe del cemento”.

l’ultimo singolo di Chipper Jones non sarà ricordato come il più bello…(AP)

Ora Kinsler sembrava più un sacco di sabbia. Forse ha preso lezione da Chan Ho Park nell’All-Star game 2003, quando servì  a Cal Ripken Jr., come primo lancio, una fastball e subito dopo la guardò spiccare il volo per un home run. Per Kinsler, 30 anni, Chipper Jones potrebbe essere sembrato  un po’ come Cal Ripken.

“Sono cresciuto a Tucson, Arizona, e non abbiamo mai avuto una squadra di baseball”, dice Kinsler. “Abbiamo avuto TBS e WGN (programmi via cavo).

I Cubs erano sostanzialmente  squadra da “pisolino” e i Braves erano il Tomahawk Chop. Ho cominciato a piangere durante una World Series che i Braves hanno perso. Stavo saltando sul divano facendo il tomahawk chop e loro stavano perdendo. Io andai in camera mia  a piangere e mio padre mi disse: “Cosa stai facendo, piangi?!? Ma se nemmeno ti piacciono!”. Ma io piangevo per Chipper, perché lui era la parte più importante dei Braves.

Quella parte di Jones trascende l’età. Per Harper “è il giocatore a cui guardano tutti i ragazzi”. La sua transizione verso lo stato di anziano è scivolata via liscia rispetto alla maggior parte degli altri giocatori. L’abilità di Jones non si è mai erosa nel tempo. Quest’anno le sue medie sono 348/396/480. Solo un giocatore, nella storia, ha terminato una stagione con una striscia di numeri così importanti, all’età di 40 Anni: Ty Cobb nel 1927.

La grazia con cui Jones si sta avviando alla pensione non  allevierà il  vuoto che la sua  assenza provocherà al gioco.

Tony La Russa, manager della National League, ha chiesto a Jones di tenere un discorso prima della partita e lui ha iniziato  racchiudendo la sua vita perfetta in poche parole: “E’ stato un mio sogno giocare a questo fantastico gioco, fin da quando avevo 4 anni”.

Parte del fascino di Jones è il suo sorriso, una miscela contagiosa di denti e presunzione. Il sorriso di Chipper si trasforma in un ghigno, diabolico e malizioso, del tipo che non compare a meno che non stia per succedere qualcosa… E piuttosto spesso nella “club house” dei Braves, finchè lui è stato lì, qualcosa stava succedendo.

Qui non era nient’altro che un intelligente serie di battute. Il compagno di Jones, nei Braves, il chatcher di backup David Ross, tirò fuori delle citazioni da film “Major League”, per tutta la sera. Jones le prese al volo e le utilizzò per esortare i suoi compagni della  N.L., i quali avevano vinto gli ultimi due All-Star Games dopo una siccità di tredici anni.

 “Cosa diceva Lou Brown in Major League?” disse Jones ai suoi compagni di squadra All-Star. “Ne abbiamo vinte due. Vinciamone tre, diventa una striscia vincente. Abbiamo la possibilità di farlo stasera. E io sto andando via, senza perdere il mio ultimo All-Star. Va bene?”

Quale è l’impatto che Jones ha avuto sulla squadra della National, per i cinque punti del primo inning con cui l’American League è stata umiliata per 8 – 0?

“Nessuno”, ha detto, “”Assolutamente nessuno”- ha fatto comunque uscire un vincitore. Ma meglio ancora, porterà con sé le memorie, al di là del successo, l’ovazione, l’entusiasmo e il calore.

“Bryce ha quasi ucciso mio figlio di sette anni ieri con un line drive” Jones ha detto nel suo discorso, senza scomporsi.

Il suo nome è Shea Jones. Vi ricordate di lui? L’unico Jones chiamato così per ricordare lo Stadio dei New York Mets che fu il mio trampolino di lancio in carriera. Beh lui è il Chipper di Chipper, uscito dal vecchio ceppo, birichino e dispettoso e “mi ripaga, per tutte le cose cattive che ho fatto da bambino”.

Il Great American Ballpark di Cincinnati rende omaggio a Chipper Jones con una placca sulla prima base durante la serie tra Cincinnati Reds e Atlanta Braves nel Maggio 2012

Chipper Jones ha 40 anni. E’ sempre così, difficile da capire come lo era 1000 parole fa. Lui andrà in pensione con 2.700 hits e forse qualcosa di più 470 home runs e oltre 1.600 punti segnati e R.B.I., 1.500 basi per balls e perfino 150 basi rubate. E’ forse il miglior switch hitter, se non si tiene conto di Mantle, a un primo scrutinio, otterrebbe il 95 per cento di voti per entrare nella  Hall of Fame. Un uomo per il quale la perfezione non era né troppo chiedere né troppo dare, mentre finiva la serata con una media battuta di 1.000 e un gruppo di uomini che sedevano davanti a lui in segno di riverenza.

“Ragazzi,” Jones ha detto ai suoi compagni di squadra nel suo discorso, “è un onore stare qui davanti a voi”. E tutti lo guardarono, come a dire una semplice parola: “Anche noi siamo onorati…”

Traduzione di Gandalf il grigio