RSS

Archivio mensile:marzo 2013

FINALMENTE SI COMINCIA A GIOCARE!!!

Sabato 16 Marzo 2013 …

Sabato 16 Marzo 2013Sabato 26 Marzo 2013…

23 Marzo 2013

SIC!!!

 Vignette tratte da Buon Natale Charlie Brown (C. Schulz)

 
Lascia un commento

Pubblicato da su 27 marzo 2013 in Editoriale

 

Qualcuno la chiama “Leggenda di un arbitro”

di Antonella Garofalo

apparso su BaseballMania del 12 Aprile 2012

 

“Dedicato a tutti coloro, giocatori piccoli e grandi, allenatori, genitori e spettatori, che, dimenticando i propri errori e i propri limiti, hanno bisogno di trovare sempre una giustificazione alle proprie sconfitte”……

 

Questa è la storia di tale Donald Jensen, un arbitro americano di baseball. Non un grande arbitro, ma un arbitro di quelli locali, che raramente brillano per doti tecniche o professionalità, uno di quelli con tanta buona volontà, quelli disponibili a passare ore e ore sui campi.

Donald Jensen un certo pomeriggio di una non meglio precisata stagione fu colpito alla testa da una mazza maldestramente tirata verso un dugout mentre stava arbitrando un incontro di baseball giovanile, a Terre Haute, un paesino dell’Indiana. Jensen nonostante questo continuò a portare avanti la gara, ma più tardi, quella sera stessa, fu accompagnato dalla moglie presso un ospedale della zona, dove i dottori decisero di tenerlo in osservazione a causa del colpo ricevuto.

Durante quella notte Jensen, insonne, scrisse la seguente lettera:

«Cari genitori,

io sono un arbitro. Non lo faccio per vivere, questa è la mia attività di quasi tutti i sabati e le domeniche. Lo faccio perché mi piace. In passato ho giocato, sono stato un coach e anche un semplice spettatore, ma niente è paragonabile ad arbitrare! Forse perché dentro di me sento che mi sto dando da fare per dare una possibilità a questi ragazzi di giocare senza finire in dispute e disaccordi continui.

Ho ricevuto molte soddisfazioni e bei momenti di divertimento da questa attività, eppure c’è sempre qualcosa che va storto. Molti di voi non capiscono perché lo faccio, molti di voi pensano che io vada in campo per tiranneggiare o esercitare una qualche forma di punizione verso i propri figli. Deve essere per questo che molti di voi mi urlano contro cose irripetibili o anche (purtroppo) incoraggiano i propri ragazzi a dire o fare cose poco rispettose verso di me. Quanti di voi capiscono quanto io davvero PROVI ad essere perfetto? Io metto sempre impegno per non sbagliare. Non ho nessuna voglia di lasciare pensare a vostro figlio che un pessimo arbitro abbia condizionato la sua prestazione! Nonostante questo – e per quanto duramente io mi possa impegnare – non sono perfetto. Ho contato le chiamate fatte oggi nei sei inning che ho arbitrato: il totale, tra ball e strikes, salvo o out ed altre ancora è stato di 146. Ho provato con tutto me stesso a farle TUTTE giuste, ma di certo più di qualcuna l’avrò sbagliata. Quando ho provato a contare quelle che senza alcun dubbio erano state sbagliate, ho preso carta e penna e ne ho segnate sei. Bè, se anche ne avessi sbagliate otto, la mia percentuale di chiamate corrette sarebbe stata di circa il 95%. In quasi tutte le attività di questo mondo questa percentuale verrebbe considerata “eccellente”. A scuola, per esempio, in un ipotetico test, avrei di certo avuto un ottimo voto!

Ma le vostre aspettative sono molto più alte, certo. Lasciate che vi dica ancora qualcosa della mia gara di oggi. C’è stata una chiamata davvero stretta che di fatto ha chiuso la partita. Un corridore della squadra di casa stava tentando di segnare dalla terza a casa base su una palla mancata. Il catcher è andato a recuperare la palla verso il backstop e l’ha poi tirata al pitcher che copriva il piatto. C’è stata la toccata e ho chiamato l’out. Di lì a poco, mentre – recuperate le mie cose – stavo andando verso gli spogliatoi, ho chiaramente sentito uno dei genitori dire ad alta voce, così che potessi sentire “E’ davvero una vergogna che per colpa di certi arbitri idioti i ragazzi debbano perdere queste partite. E’ stata una delle chiamate più balorde che io abbia mai visto!”. Più tardi, uscendo dal mio spogliatoio, ho sentito un paio dei ragazzi dire a degli amici: “Gli arbitri hanno fatto schifo oggi. Ci hanno fatto perdere la partita!”. Tornando verso casa ho provato diverse cose, ripensando a quelle parole: si trattava di ragazzini che avevano commesso un sacco di errori, che erano costati loro diversi punti! Ma IO avevo fatto loro perdere la partita…!

Lo scopo del baseball giovanile è di insegnare a stare in campo e giocare con cognizione di causa a ragazzini che presto diventeranno uomini. Ovviamente ad una squadra che non abbia giocato al meglio in una data gara sarà data sempre l’opportunità di dare la colpa all’arbitro per quel paio di chiamate storte, ci sarà sempre l’opportunità di scaricare il peso della sconfitta dalle proprie spalle. Ma un genitore o comunque un adulto con un ruolo di responsabilità che permette a giocatori così giovani di addossare i PROPRI sbagli su un arbitro, al di là di quanto pessimo quell’arbitro sia effettivamente stato, sta commettendo la più grande delle ingiustizie nei confronti di quei ragazzi! Non sta insegnando loro senso di responsabilità, al contrario li sta incoraggiando a sviluppare uno sguardo distorto nei confronti del gioco e in definitiva a mancare di rispetto a sé stessi. Crescendo, non potrà che essere peggio, per loro.

Mentre sto seduto qui a scrivere queste cose, non sono più tanto arrabbiato o deluso, come lo ero nel pomeriggio. Mi è capitato di pensare, dopo episodi come questo, di smettere di arbitrare. Ma mi sono ricordato di una cosa accaduta tempo fa. Stavo arbitrando a casa base e a lanciare c’era un pitcher che metteva in scena una autentica pantomima di disprezzo e disaccordo per ogni lancio al limite che io chiamavo ball. Si capiva chiaramente che il suo scopo era far capire a chi guardava la partita che lui era un lanciatore di talento e di grande volontà e attitudine agonistica, i cui sforzi erano però costantemente vanificati da quel tizio con la maschera nera, dietro al suo catcher, che stava lì soltanto per dargli contro.

Il ragazzo va avanti così per un paio di inning, occasionalmente urlando contro i suoi compagni che disgraziatamente avessero commesso un errore difensivo. Per due inning il suo manager se ne sta buono a guardare la scena. Ma quando il ragazzo si sta preparando per tornare sul monte, alla fine del terzo, il manager lo chiama da parte e gli parla in maniera tale che un po’ tutti possano sentire. E gli dice cose che più o meno suonano così: “Ascolta figliolo, tu devi prendere una decisione. Puoi essere un arbitro, un attore o un lanciatore. Ma quando giochi per me puoi essere una cosa sola di queste e ora il tuo lavoro è lanciare.

Ti dirò che non stai lanciando granché, ma se lasci la recitazione agli attori e le chiamate all’arbitro, magari puoi fare di meglio, che ne dici?” Il ragazzo, manco a dirlo, scelse di continuare a lanciare e finì per vincere la gara. Quando la partita era già finita da un po’, accanto alla mia macchina, ritrovai proprio quel ragazzino là. Con il viso scuro di chi prova imbarazzo misto a rabbia, ma anche rimorso e vergogna, mi disse che aveva imparato una dura lezione quel giorno, si scusò e mi ringraziò per aver arbitrato la sua partita.

Mi sono spesso chiesto da allora quanti altri giocatori appena passabili stanno perdendo la possibilità (per colpa di adulti meno responsabili di quel manager) di diventare grandi campioni. Di certo concentrarsi sugli arbitri non aiuta a focalizzarsi sul proprio miglioramento personale!»

Così si chiude la lettera di Donald Jensen. Così si chiuse la VITA di Donald Jensen, che il mattino successivo, a seguito di una complicazione della sua commozione cerebrale, morì.

Ma così non può chiudersi questa storia, di cui troverete traccia un po’ ovunque nel web e nei racconti degli umpire americani di oltreoceano, a partire dal 1975, anno in cui la storia inizia a circolare, ma la cui veridicità non è mai stata confermata né smentita… Tanto che forse il titolo più giusto avrebbe dovuto essere “LA LEGGENDA DI UN ARBITRO”. Ho pensato però di proporvela nonostante e forse PROPRIO per le sue oscure origini, perché se qualcuno ha pensato di rubacchiare aneddoti dalla vita di un arbitro e di aggiungere pathos ed elementi drammatici… è stato probabilmente perché voleva mandare un messaggio che non doveva essere ignorato.

E se avete letto fin qua, quel messaggio non potete ignorarlo nemmeno voi!

La storia era così bella che ho voluto riproporla pari pari senza toccare nemmeno una virgola……Grazie Antonella !

 

Gandalf il grigio

 
 

PLAY “SNOW”BALL!!!

Domenica 24 Febbraio 2013.

Mi alzo dal letto con una strana sensazione. Durante la notte ho fatto un sogno bellissimo: Ricominciava la stagione del baseball. Via dalle polverose e anguste palestre, tra poco si ricomincia sul campo con l’odore dell’erba umida che penetra giù fino ai polmoni e con gli spazi infiniti per poterci muoverci liberamente.

Vado al computer e clicco sul sito della MLB: iniziano le prime partite degli Spring Training. Allora è proprio vero… è in arrivo la Primavera!

Snoopy dancing

Vado alla finestra e lo spettacolo che mi si presenta davanti mi riporta indietro di almeno due mesi. Una fitta nevicata e il giardino completamente imbiancato mi fanno capire che la Primavera, forse, è ancora abbastanza lontana e che dovremo ancora per un po’ bazzicare  con mazze e guantoni negli angusti spazi. Il primo impulso sarebbe quello di tornare sotto le coperte e continuare il mio sogno primaverile, ma lo sguardo implorante del mio cane mi ha convinto che era l’ora della scorribanda mattutina

Fifoni!A parte gli scherzi, mi è giunta notizia che la Primavera sta veramente arrivando, nonostante i colpi di coda di questo lungo inverno…

Nell’attesa diamo un’occhiata a quello che succede nella tana delle pantere.

Chiusa l’esperienza  del duo Bortolomai-Cogni, dopo la delusione dovuta alla sfortunata conclusione della stagione con la sconfitta nei play off, a sedere sulla panchina saronnese è stato chiamato Stefano Lusian.

Giocatore prezioso e duttile negli ultimi due campionati, Stefano, anche se è alla prima esperienza alla guida tecnica di una squadra, un risultato lo ha già conseguito; dal punto di vista umano, è riuscito a compattare le diverse anime della squadra, spingendole verso un obiettivo comune. A supportare il lavoro di Lusian hanno dato la loro disponibilità Ivan Monticelli (Pitching Coach) e Gianni Campi (Coach).

La soluzione “interna” è stata ben accolta dagli ex compagni di squadra che hanno risposto in modo decisamente positivo alle sedute di allenamento – presenze che oscillano tra l’80 e il 90%, e un ambiente che appare sereno e con tanta voglia di fare bene.

Sfumata, per ragioni di lavoro, la prospettiva di rinforzare notevolmente il monte con l’arrivo di Matteo Veronelli (classe 1980) proveniente da Bollate, la rotazione saronnese sarà ancora una volta imperniata sul trio Diego Monticelli, Alessio Razza e Daniele Moltrasio. Sembra probabile, oltre che auspicabile, il ritorno sulla collinetta di Ivan Monticelli, almeno nell’insolito ruolo di “closer”, mentre si lavora con i giovanissimi, Riccardo Perini e Matteo Pizzi,  per cercare di “rimpolpare” il bullpen degli amaretti.

Una notizia che a me personalmente, è spiaciuta particolarmente è l’abbandono di Marco Gargamelli. Se pur con un carattere particolare e non facile, Marco è stato da sempre un tassello importante, fin dalla sua creazione, del gruppo storico di questa squadra. Ottimo battitore, i numeri nel 2011 –  343/486 e 18 RBI. Nel  nel 2012  i suoi numeri sono stati inferiori anche per un infortunio che lo ha tenuto fuori parecchio tempo  256/333 e 10 RBI. Sul monte ha avuto prestazioni un po’ troppo legate agli sbalzi d’umore passando da prestazioni da incorniciare a momenti abulici. Spero che la crisi sia solo passeggera e che Marco ritrovi la voglia di indossare ancora la “gessata”.

A Marco, io e i “pischerlini” dobbiamo  un ringraziamento particolare per il preziosissimo aiuto che ci ha dato durante la scorsa stagione con la squadra Allievi.

Altro discorso quello di Matteo Gargamelli che, dopo l’esperienza della scorsa stagione con il Senago in IBL2 ha deciso, nonostante gli impegni scolastici, ha voluto seguire i milanesi anche in serie A.

Nella casella “buone nuove” da registrare il rientro di Elien Abreu che risolti i problemi di lavoro ha deciso di rientrare nei ranghi; importantissimo sarà il suo apporto specie per quanto riguarda la battuta.

Entrano invece a far parte del Roster saronnese Oscar Ballar e De Grazia Perez Frank Julio. Il primo in possesso della cittadinanza italiana, mentre il secondo, ottimo prospetto, andrebbe ad ingrossare le fila della pattuglia stranieri, aggiungendosi a Ansonin Marquez e a Elien Abreu. Dato che la normativa prevede la presenza di un solo straniero in campo, è probabile una sua cessione in prestito ad altra società, almeno fino a quando Abreu, ottenendo nel mese di Luglio, la cittadinanza italiana, non liberi un posto.

Invariato lo zoccolo duro della squadra con Luca Girola, inamovibile difensore di prima, Jacopo Zoni solido e fidato guardiano della porta di “casa”, Alberto Cavaliere, i due gemellini (per me lo saranno fino alla loro vecchiaia…) Alessandro e Daniele Moltrasio, Ansonin Marquez, Tomas Fontana, (al momento fermo per gravi problemi familiari)

Sul monte, come già detto, Diego Monticelli, Alessio Razza (sperando sia l’anno della sua definitiva consacrazione) e Daniele Moltrasio.

A concludere il Roster Massimo Chiodini, Riccardo Perini, Davide Petrillo, Giacomo Pregnolato, Federico Sangregorio.

All’esordio tra i Seniores Matteo Pizzi e Davide Ferrario che dovranno da subito sgomitare per cercare di guadagnare qualche apparizione sulla scena maggiore.

Il migliore acquisto della stagione potrebbe essere il ritorno in campo di Michele Radice.

“Mickey”, dopo il terribile incidente (frattura tibia e perone) della scorsa stagione è tornato a correre, battere e prendere palline. Chiaramente ci vorrà ancora del tempo per recuperare forza, sicurezza e per scacciare i fantasmi di quello che ha passato in questo periodo, ma calcare di nuovo un campo da baseball (lo dico per esperienza personale) è la miglior medicina possibile. Comunque è veramente bello rivederlo in azione con la sua solita grinta. Bentornato “Mickey”

Problemi di lavoro e di studio condizioneranno, purtroppo, la presenza in campo di Giacomo Vandi. Le sue venti valide a stagione ci mancheranno sicuramente.

Per chiudere una piccola riflessione fatta, in punta di “voce”, da un signore che da quarant’anni calca i diamanti, e che pensava di avere visto di tutto…

“Che senso può avere creare una serie B che assomiglia più ad una serie C, ma che ha spese da serie B in un momento di crisi dove è difficile persino disputare una serie C? 

E quale serie C sarà quella che andremo a disputare???”

Scherzi a parte: buona stagione ragazzi!!!

Gandalf il Grigio

 
2 commenti

Pubblicato da su 4 marzo 2013 in Editoriale